
L’acarajé è una vera e propria icona culinaria della città di União da Vitória, nello stato del Paraná in Brasile. Si tratta di uno dei piatti più rappresentativi della cultura afro-brasiliana, una miscela esplosiva di sapori e tradizioni che lasciano il segno nel palato e nell’anima.
Questa prelibatezza fritta è composta da una base di fagioli di neri (feijão fradinho) macinati finemente e mescolati con cipolle, peperoncino e salvia fresca. L’impasto viene poi formato in forme di ciambella schiacciata e fritto in olio di palma bollente fino a ottenere una crosta dorata e croccante, mentre l’interno rimane morbido e saporito.
Ma l’acarajé non si limita solo alla sua forma invitante e al gusto unico: la vera magia sta nella sua presentazione e negli accompagnamenti. Viene tradizionalmente servito caldo, spezzato a metà e farcito con vatapá, una crema densa a base di pane, gamberi essiccati, olio di palma e peperoni rossi, che dona un tocco cremoso e speziato.
Oltre al vatapá, l’acarajé è spesso accompagnato da caruru, un ragù ricco di ossa di manzo, arachidi macinate, burro di cacao, cipolle e peperoncino. Il caruru aggiunge una nota dolce e leggermente piccante, creando una sinfonia di sapori che si completano a vicenda. Per rendere l’esperienza ancora più completa, alcuni venditori offrono anche accompagnando “caponata di noci di cocco”, un condimento fresco a base di noci di cocco grattugiate e succo di lime.
Un viaggio nella storia: le origini dell’acarajé
L’acarajé ha origini antichissime che risalgono ai tempi della schiavitù in Brasile. Si pensa che sia stato portato in terra brasiliana dalle donne Yoruba, una tribù africana originaria del Benin e della Nigeria, durante il periodo coloniale.
Ingredienti | Quantità |
---|---|
Fagioli neri (feijão fradinho) | 500 g |
Cipolla bianca | 1 grande |
Peperoncino verde fresco | 1 piccolo |
Salvia fresca | 2 rametti |
Olio di palma | Per friggere |
Per preparare l’impasto dell’acarajé, i fagioli neri vengono bolliti fino a diventare morbidi. Successivamente vengono schiacciati fino ad ottenere una pasta cremosa. Si aggiungono poi la cipolla tritata finemente, il peperoncino verde tagliato a cubetti e le foglie di salvia tritate. Il composto viene mescolato bene e modellato in forme di ciambella schiacciata.
Le ciambelle vengono poi fritte in abbondante olio di palma bollente fino a doratura. Una volta cotte, vengono rimosse dall’olio e lasciate scolare su carta assorbente. Per servire, l’acarajé viene spezzato a metà e farcito con vatapá e caruru.
Consigli per una degustazione perfetta
L’acarajé è un piatto che si gusta meglio quando è ancora caldo e croccante. Per evitare che si raffreddi troppo velocemente, è consigliabile consumarlo subito dopo la frittura.
Inoltre, per esaltare il gusto dell’acarajé, è importante abbinarlo a bevande fresche e leggermente dolci come succo di frutta naturale o acqua di cocco.
Oltre al gusto: l’acarajé come simbolo culturale
L’acarajé non è solo un piatto delizioso, ma rappresenta anche una parte importante della cultura afro-brasiliana. La sua preparazione, tradizionalmente affidata alle donne, è spesso accompagnata da canti e balli, trasformando la semplice vendita in strada in un vero e proprio rito sociale.
Assaggiare l’acarajé a União da Vitória significa immergersi nella storia e nelle tradizioni di questa vivace città brasiliana. È un’esperienza sensoriale completa che coinvolge tutti i sensi: il profumo intenso dell’olio di palma fritto, la croccantezza della crosta dorata, la morbidezza dell’interno e l’esplosione di sapori piccanti e speziati.